Bollettino del cammino
Bollettino del Cammino di Dante
L’emergenza Alluvione della Romagna richiede alcuni adeguamenti del percorso e nei pernottamenti.
Tappa 1: nulla da segnalare
Tappa 2: nulla da segnalare
Tappa 3: nulla da segnalare
Tappa 4: Frane importanti lungo il sentiero 505 lungo via Valletta e nella prima parte del sentiero boschivo di via Cavina sempre sul sentiero 505. Frana importante dopo la località Cà Bago, possibilità di attraversare la frana (tranne in caso di maltempo) con attenzione, o seguire le indicazioni del cammino per il sentiero alternativo di sicurezza per evitare la frana. Le frane sono comunque tutte praticabili facendo molta attenzione.
Tappa 5: nulla da segnalare.
Tappa 6 : Presenza di una frana non praticabile tra il km 4 e 5 del percorso. C’è una variante possibile su un sentiero parallelo segnalata con vernice rossa e il simbolo CD. Tra Gamogna e Passo dell’Eremo sentiero principale praticabile ma impegnativo a causa di una frana. Consigliamo di seguire il sentiero 221 seguendo le nuove indicazioni del Cammino. Segnaliamo inoltre la presenza di mucche libere In prossimità di Passo dell’Eremo. A poggio dell’inferno il sentiero è visibile ma con vegetazione e felci che rendono difficoltosa l’individuazione della segnaletica. Prestate attenzione.
Tappe: 7-8-9-10-11-12-13-14 -15-16 nulla da segnalare
Tapp 17: frana praticabile all’altezza del km 19 e 20
Tappa 18: Impossibilità di transito lungo il parco fluviale in alcune parti tra Castrocaro e Forlì. Variante necessaria lungo la ss67 tra tra Castrocaro e via Ossi.
Tappa 19: nulla da segnalare
Contatti utili Cai:
Cai Forlì
Soccorso Alpino Cai Arezzo
OTTOBRE 2018, Attenzione chiude il Rifugio Forlì
Chiude il Rifugio Cai Città di Forlì, i gestori salutano: “Gestirlo è difficile. Ci trasferiamo sulle Prealpi venete”
A inizio ottobre ha chiuso il Rifugio Cai Città di Forlì. Lo annunciano con un post pubblicato su Facebook gli ormai ex gestori Cristina Stucchi e Marco Nofri. La struttura si trova ai 1452 metri sui Prati della Burraia, nel cuore del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna. Attraverso un breve percorso di non più di 10 minuti, all’interno di una faggeta, o seguendo il sentiero che dal Passo della Callaporta direttamente alla Burraia, si raggiunge a piedi il rifugio, dodato di 19 camere per un totale di 50 posti letto, ristorante ed una sala conferenze. “Ci siamo trasferiti in un nuovo e bellissimo rifugio sulle Prealpi venete, ad un tiro di schioppo dal Trentino – viene evidenziato -. Il nuovo rifugio è piccolo, caldo e di facile gestione e soprattutto vicino ad una strada sempre pulita d’inverno”.
Ma perchè chiudere la struttura? “Il Forlì è di difficile gestione d’inverno – spiegano Marco e Cristina -. Quest’anno è stato durissimo con la neve (si ricordi la valanga che ha bloccato per settimane il tratto più alto del Passo, ndr) e si sa l’anagrafe è impietosa, ogni anno si diventa più vecchi, più stanchi e senza incentivi e riconoscimenti sostanziali diventa difficilissimo gestire una struttura disagiata come location”.
Gli ex gestori evidenziano di aver “cercato per sei anni di dare un servizio agli amanti della montagna anche a costo di sacrifici enormi, nel cuore di uno dei posti più belli dell’Appennino e nel contempo incompreso dalle istituzioni. Quante cose belle e non impattanti si potevano fare nel Parco, quanto si poteva fare per agevolare i sempre più rari imprenditori che decidono di viverci e lavorarci. Abbiamo resistito sei anni e questo ci ha dato la possibilità di stabilire rapporti belli e speciali con quasi tutti voi, di conoscerci e, di tanti possiamo dire: quello è un amico vero”. Il rifugio intanto attende un nuovo gestore. Ed è forte il rischio che resti chiuso a lungo.
In alternativa al rifugio Forlì c’è lo Chalet la Burraia poco più avanti.